Tre – Alterigia

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Carta ambigua, molto sensibile alle carte circostanti; se queste sono positive, la carta le esalta e le magnifica; così, accanto ad una figura femminile ci dice che è di bell’aspetto, se accanto ad una casa ci dice che è molto bella e magari lussuosa e così via.
La vanità e la civetteria, che però non si esprime in un desiderio di ostentazione (come avevamo visto nell’Otto di Quadri) ma piuttosto in una chiusura in se stessi, un rifiuto del mondo e delle persone circostanti, viste come “non alla propria altezza”.
Il consultante si sente superiore, è orgoglioso e superbo, non vuole scendere dal suo piedistallo e, nei casi peggiori, potrebbe avere manie di onnipotenza.
In presenza di carte particolarmente negative la carta mette in guardia il consultante: il suo atteggiamento sprezzante e completamente privo di umiltà lo può portare a rovine e fallimenti, e consiglia di cambiare decisamente condotta.

Al rovescio:

La carta in questa posizione è sinonimo di interruzione di rapporti o situazioni, interruzione che però non è mai traumatica, per cui si tratta di una carta che quasi sempre è moderatamente positiva.
Infatti nella stragrande maggioranza dei casi (a meno che non siano presenti carte particolarmente negative) ciò che va a finire è un periodo ostile, fatto di liti, preoccupazioni, pene, e si annuncia quindi una ripresa, un miglioramento della situazione attuale, buone prospettive per il futuro.
La carta preannuncia anche la fine attesa di un rapporto lavorativo, un ritiro voluto, il pensionamento.
La carta può indicare la ripresa di un’amicizia che sembrava ormai perduta, un chiarimento o un periodo di tregua con qualcuno con cui si è avuto a che ridire.